Merdadartista

Apri l’ombrello. Chiudi l’ombrello – gli altri l’han già chiuso. Ami la pioggia? Tzéh! Arrivata tardi. Di mezze stagioni? Ah! Allora te la cerchi! Ti va di parlare? No, vuoi disegnare. E vagolare scapigliata? Ascolta, guarda – metti a fuoco – convergi sull’obbiettivo; non prendere alla lettera. Ti tengo d’occhio. Quanto ti costa studiare? Prenderai l’aereo. Bene. Brava, Bravina, Bravissima. … Continua a leggere

La retta.

– Da’ retta a Dio. – ok. – Da’ retta alla Chiesa. – ok. – Da’ retta allo Stato. – ok. – Da’ retta ai padri. – ok. – Da’ retta alle madri. – ok. – Da’ retta ai fratelli. – ok. – Da’ retta ai parenti. – ok. – Da’ retta agli insegnanti. – ok. – Da’ retta ai … Continua a leggere

Padova

Dal braccio allungato oltre il buio del fiume rinfresca la vostra faida scoscesa col grande cerchio in corallo. Sto facendo bene ma non è un gioco da ragazzi, e ti estendi all’improvviso come una breve ispirazione. Io già ti ascolto, adesso perché anche le ceneri vanno innaffiate di tanto in tanto.

Sedie a rotelle

Davanti a certe opere mi sento piccola davanti a conti truccati solamente presa in giro. Colpi di spugna, fuori dal vaso crollano ponti come pezzi di storia, e di montgomery indossati per ricordarne l’etichetta. Alcune cose potrebbero riguardarti altre ti riguardano carichi di libri, da destra a sinistra mandando a memoria i nomi delle strade.  

Blu interrogativo

Preferivi fumare in piedi: un punto interrogativo, la luce blu il buio e la messa in onda intermittente di una strategia maldestra. Ancora cinque minuti! Ti metto un bacio sulla bocca poi ti lascio andare via (nella mente il chiodo fisso del tuo quadro alla finestra).

A.

Fino alla pallida luce del primo mattino: un trasognato sguardo azzurro e una cascata di capelli. Chiaro come Narciso e il suo riflesso sdraiato sull’ansa del mio stupore.

Serendipità

Mentre fuori quasi albeggia e il bisbigliare della pioggia mi fa compagnia con il ricordo di te, io mi sento strana. Io mi sento a casa. In che sogni mi hai sognato? In che paesi lontani hai sbrogliato il tuo filo dorato. E quanto è lungo il tuo complesso dipanare che è giunto fino a me intatto, inviolato. Ti aspetto, … Continua a leggere

Colibrì

C’è solo il tempo e c’è soltanto lo spazio: il punto in cui l’ala di un aereo sospesa nell’azzurro fende particelle d’aria rarefatta. Il secondo in cui l’uccello scuote l’aria ottanta volte in un battito di ciglia – sospeso tra quel ramo fiorito e la pietra d’un focolare. Per ora tutto tace in attesa d’una svolta, e il mio corpo … Continua a leggere

L’acqua nella mano aperta

È qualcosa che scivola via come uno sguardo sfuggente o una sottana di seta lungo i fianchi. È una passione che mi abbandona come l’acqua nella mano aperta, la mente che s’addormenta tra le lenzuola del sonno. Tengo gli occhi fissi sul viso di lei che sembra una canzone da fischiettare mentre si percorre una strada soleggiata. Tengo tutto dentro … Continua a leggere

Macchie d’inchiostro

Sono le ombre scure che hai attorno agli occhi l’arabesco sulle dita e quella sfumatura di sigaretta. Ti confessi chiuso in un torpido guscio di noce in un amore segreto come il sogno delle mosche. Mi racconti di un pensiero rosso sul cavalcavia della convalescenza la presenza di una musa con capelli acconciati in rima. Ci sono macchie d’inchiostro sulla … Continua a leggere

Un uomo

Voglio scrivere di te di quel capello stanco, dell’occhio aperto e del sopracciglio arcuato. Hai una maschera bianca di quiete sulla fronte un ventre molle rigonfio di speranza. Ti porti appresso un paio di spalle che fanno a spallate contro ai muri delle chiese, una voce ancestrale di lingua muta che pronuncia, balbettando, troppi nomi di donna. Le tue mani … Continua a leggere

La pietra

La mia rabbia viva, famelica divora pezzi di passato travolge case tavoli siepi pezzi d’asfalto. Le altalene stanno cigolando. Tornerò muta come una pietra. Non saprò più ascoltare il suono del tuo nome. Me ne resterò in piedi, dritta e spenta come un lampione.

Le mani

Capita spesso che un paio di belle mani mi scherniscano. Magari sono mani da pianista oppure mani da scrittore in erba. Mi studiano come fossero occhi e mi lasciano intendere quanto la mia incoerenza le farebbe scrosciare in applausi. Ci sono mani che si fanno aspettare. Ci sono mani molto testarde. Ci sono mani che mi fanno voltare. Ci sono … Continua a leggere

Sonno

Il fallimento è come una gobba con la stessa gonna larga di vent’anni fa. Tutte le donne di casa mia inciampano nel fardello del nome che portano e spesso hanno disturbi del sonno. Le guardo attraverso la nebbia dei loro occhi e scopro che i ricordi non marciscono ma si aggirano attorno ad un rifugio fatiscente che ha preso fuoco … Continua a leggere

Le campanelle

Ci sono spose che per uno sbaglio sono vedove del proprio destino. Stanno sui tetti come gatte di vetro e si annoiano al tepore delle tegole rosse. Sai, quelle spose che piangono sulle pietre di riso non sono altro che campanelle stonate su di un campanile d’inverno.