Apri l’ombrello.
Chiudi l’ombrello – gli altri l’han già chiuso.
Ami la pioggia? Tzéh! Arrivata tardi.
Di mezze stagioni? Ah! Allora te la cerchi!
Ti va di parlare?
No, vuoi disegnare. E vagolare scapigliata?
Ascolta, guarda – metti a fuoco – convergi sull’obbiettivo; non prendere alla lettera.
Ti tengo d’occhio.
Quanto ti costa studiare? Prenderai l’aereo.
Bene. Brava, Bravina, Bravissima.
+ o -.
L’hai scritto? Di chi, di cosa, di quando, di dove, di come e di perché.
Qui sopra. Seriamente?
È un po’ scontato, ripetitivo, e come mai lasci quei nei?
Leggi, la lingua è sbagliata. Il risultato è sinistro, una copiacarbone.
Semplifica, servono didascalie. Impara.
Sei matta? Hai sporcato.
Cancelli. Manipoli. Ti rimangi la parola. Sparisci: non sei mica quelli là!
Girava tutto attorno a te; l’hai scoperto lungo il muro:
sul ponte spenzola bandiera bianca – Canticchia, sei italiana!
Che stupida, solo adesso ho capito…
Ma stai zitta, va’, che i morti non fan ridere.