Ragazze a spasso

Quando le ragazze sono a spasso bisogna stare attenti.

Ci sono certe risate che si trascinano appresso che fanno rizzare i peli sulla nuca dei maschi. Li vedi? Diventano guardinghi e inghiottono bile di terrore. Certe sono acute, cristalline come vetri infranti; altre dirompenti e a bocca spalancata, che fanno sollevare da terra le colombe. Altre ancora ansanti, basse e false come un singhiozzo di dolore studiato a tavolino.

Si muovono in flottiglie di tre o quattro o cinque e ognuna sparge al vento la fragranza di un profumo – campione omaggio di Cartier, Cacharel, Valentino, Gucci – spruzzato sul polso magro, dentro il reparto profumeria sovraffollato del sabato pomeriggio.

Sono truccate come le copertine patinate delle riviste nella sala d’attesa di un dentista: ombretto, matita, mascara. Rossetto rosso, cremisi, rosso squillante, rosso aranciato.

Si toccano i capelli, li scostano di lato o sulla spalla. Li raccolgono in una coda e li fanno scrosciare sulla schiena, li pettinano con le dita della mano a rastrello, li arrotolano sul dito indice a ciocche, come fossero spirali di fumo di una sigaretta.

Camminano come fossero regine del mondo: a lunghe falcate, col tacco del sandalo che tiene il ritmo dell’andatura collettiva in una marcia di militaresse alla moda, oppure con il silente tocco della ballerina da studentessa allegra in libera uscita.

I maschi le vedono passare per poi seguirne i fondoschiena tondi con la coda dell’occhio. E’ venerdì sera e sono fra uomini. Una di quelle potrebbe essere la loro ragazza. Sperano con una punta di malessere che sia rimasta a guardare la TV sul divano.

Quando le ragazze sono a spasso si raccontano le cose: una voce che sovrasta l’altra come in un coro a cappella impossibile da dirigere, le nuche accostate in segno di sorellanza, una confidenza che fa trattenere il respiro ed indigna o esplode, nell’improvviso tumulto di qualche invettiva lanciata in avanti, oltre le gambe nude. Non si sa mai esattamente che cosa si stiano dicendo, ma i maschi temono si stia parlando di loro. Allungano il collo come capponi reali, ingrossano il bicipite, s’immobilizzano come cervi accecati dai fari di un’auto, gli occhi ridotti a fessure o larghi come pallettoni di fucili ad aria compressa.

Ce ne sono alcuni già scoraggiati col bicchiere bagnato del mojito che gli gocciola sul pantalone chiaro, intenti a fingere indifferenza e argomentazioni calcistiche con l’amico di bevute; altri che sembrano voler caricare come tori: chissà, quella bionda con gli occhiali potrebbe conoscere la sua morosa… Bisogna starci attenti, si dicono, bisogna starci attenti.

Quando le ragazze sono a spasso non bisogna dare niente per scontato: le vittime possono diventare carnefici grazie a un sopracciglio alzato, un’anca piena d’indifferenza che si rivolge a qualcun altro dandoti le spalle, un occhio che analizza e giudica e alza gli occhi al cielo.

E poi i maschi lo sanno; quelle risate, quando ti seguono fino a casa a fine serata, ti restano incollate alla fronte come una pellicola di sudore, dentro la testa come un coro di fischi.

Sono risate difficili da dimenticare.

Ragazze a spassoultima modifica: 2014-08-01T18:36:24+02:00da rossololita5
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